Perchè la lingua italiana sia strumento di democrazia

Ieri mattina, 18 maggio, si è tenuto presso l’ Università degli Studi di Salerno – Palazzina Scienze Politiche, Aula delle Lauree “G.De Rosa” l’incontro Pubblica Amministrazione e informazione. La deontologia nel ricordo di Tullio De Mauro.

L’incontro è stato organizzato con l’Ordine dei Giornalisti della Campania nell’ambito della formazione continua e gratuita, offerta agli iscritti per l’acquisizione dei crediti professionali.

Tema dell’incontro è stato l’uso rispettoso della lingua italiana, come le tecnologie della lingua possono essere utilizzate per aiutare la comunicazione all’interno della comunità Europea e come la lingua delle istituzioni nasce e può essere diffusa maggiormente con le tecnologie.

Erano presenti Ottavio Lucarelli, presidente Ordine dei Giornalisti della Campania, la Professoressa Daniela Vellutino, moderatrice dell’incontro, facente parte dell’Associazione Italiana per la Terminologia, e sono intervenuti Rodolfo Maelis, Gabriele Ciasullo e Annamaria Testa.

Nella sua introduzione Daniela Vellutino ha presentato Tullio De Mauro (sulla cui figura nella seconda parte dell’incontro si è tenuta una tavola rotonda). Tullio De Mauro, è stato un grandissimo linguista che ha fondato il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione e l’Istituto di Linguistica basandolo sullo studio della lingua italiana e soprattutto sullo studio delle tecnologie linguistiche per sviluppare la lingua italiana digitale. Obiettivo è oggi continuare a sviluppare il suo pensiero che la lingua italiana è la lingua delle e per le istituzioni ma soprattutto dei cittadini perché la lingua italiana è uno strumento di democrazia.

Ottavio Lucarelli ringrazia per l’organizzazione e l’ospitalità e sottolinea come l’Università di Fisciano sia diventata un luogo di cruciale importanza per la comunicazione e gli studi, sia per la sua posizione strategica che per le personalità che ne fanno parte. «Spetta anche a noi giornalisti, proteggere e tutelare la lingua italiana» dichiara il presidente.

Rodolfo Maelis, responsabile della banca dati terminologica delle lingue del Parlamento Europeo che raccoglie tutti i meccanismi e le tecnologie specialistiche prodotte all’interno delle istituzioni dell’Unione Europea, ha spiegato in grandi linee  in che modo funziona e quali sono gli sviluppi della banca dati.

La sua esposizione parte dalla storia e dall’evoluzione della terminologia, quando essa veniva raccolta in glossari inizialmente costituiti da sei lingue, poi da dieci fino ad arrivare a oggi che esistono, grazie anche all’uso delle tecnologie digitali, ben 552 combinazioni linguistiche. Il gruppo di gestione  IATE (Inter-Active Terminology for Europe) è costituito da dieci istituzioni, ha circa 5000 traduttori e interpreti e al centro vi è il cosiddetto Tool manager. La traduzione interviene in tutte le fasi della legislazione dal primo progetto che inizia dalla Commissione, continua  in tutte le negoziazioni, nei rapporti finali, negli emendamenti.

Attualmente si sta lavorando per avere ad ottobre 2018 un nuovo IATE che avrà molte più combinazioni. Ogni scheda dà l’opportunità di avere il collegamento tramite login con Eur Term e si potrà consultare in ogni momento.

Un nuovo profilo professionale, per cui stanno nascendo corsi specialistici di formazione, è quello del terminologo che abbia competenze anche tecniche per riuscire a combinare le tecnologie con le conoscenze linguistiche. Per riuscire a collaborare tra tutti anche online è stata creata una WIKI che collega gli utenti.

 Gabriele Ciasullo è responsabile per il Governo italiano della sezione che riguarda i dati linguistici aperti, con l’Agenzia per l’Italia digitale  (geodati.gov.it). Questa lavora molto a partire dalla localizzazione geografica, per mettere a disposizione dei cittadini un modello per poter usufruire dei servizi, costruendo delle vere e proprio mappe. La mappatura e la classificazione dei servizi sono divise in istanze per singole amministrazioni e modelli per tipologie di amministrazioni, con la grandissima attenzione al fatto che uno stesso servizio sia descritto in modo coerente da tutti.

L’elemento portante del lavoro dell’Agenzia è la interoperabilità e l’aspetto predominante è l’organizzazione. Ci sono dei cataloghi che descrivono dati e servizi organizzati secondo dodici principi tra cui il principio di proporzionalità, che nasce dall’obiettivo che si vuole raggiungere, la neutralità tecnologica, la centralità dell’utente e il multilinguismo. Il catalogo raccoglie tutti i dati ed è alimentato da tutte le amministrazioni.

Attualmente ISO19146 distingue tra interoperabilità normativa/organizzativa e interoperabilità  tecnica /semantica geo DCAT-AP che sono le relazioni tra termini e concetti.

Attraverso questo sistema possiamo trovare un dominio di riferimento per i termini corrispondenti.

Annamaria Testa è la creatrice della petizione, che ha avuto un forte rilievo, #dilloinitaliano, promossa da lei insieme all’Accademia della Crusca. Lavora nel mondo della comunicazione e per lei niente può essere più importante dell’uso della parola. L’idea di #dilloinitaliano nasce dalla consapevolezza di un uso eccessivo delle altre lingue, in particolare dell’inglese, per denominare tipicità italiane che invece, spesso, all’estero sono scritte in italiano.

«Fra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 si sviluppa – secondo Testa –  una strana epidemia che colpisce la lingua italiana: il governo vara il jobs act che è una legge dello Stato Italiano ma ha un nome inglese, sempre il governo crea un sito che si chiama very bello che non ha senso e, ancora, la Marina Militare Italiana lancia una campagna elettorale dal titolo be cool and enjoy the navy proponendola a ragazzi che non necessariamente conoscono l’inglese e a cui parlare in una lingua diversa può creare proprio impossibilità che il messaggio arrivi. Ciò accade anche per eccellenti prodotti come il vino che in Italia diventa wine mentre all’estero si chiama vino o la moda che diventa fashion».

La studiosa fa notare inoltre che, fra l’altro, l’italiano è la seconda lingua usata nel mondo per le insegne mentre in Italia si usa l’inglese. La pubblicità è chiaramente una delle cause del non uso dell’italiano. In molti paesi le pubblicità vengono scritte nella lingua madre mentre in Italia la maggior parte delle parole sono in inglese. Considerando che in quegli anni il 70% degli italiani non conosceva una parola di inglese si comprende come questo abuso sia ancora più ridicolo.

Nel 2014  Annamaria Testa pubblicò  sul suo sito un elenco di 400 termini di uso italiano e accadde che ci furono moltissime condivisioni e commenti. Questo significava un segnale rappresentativo di ciò che le persone pensano riguardo la mescolanza delle lingue.

Così le venne in mente di lanciare una petizione ben fatta  non a favore della lingua italiana contro l’inglese ma per l’uso corretto delle due lingue senza mescolanze arbitrarie.

Per pubblicare una petizione con Chance.org è necessario un referente per cui chiese appoggio all’Accademia della Crusca che accettò pur essendo scettica.

Inizialmente mise a confronto un termine inglese con le infinite possibilità di corrispondenze italiane anche più specifiche. Anche in questo caso su nuovo e utile (https://nuovoeutile.it/) ci furono tantissimi commenti e condivisioni così come di un suo articolo che riguardava l’importanza di curare il linguaggio ai fini di una buona comunicazione.

Nacque così il testo di #dilloinitaliano, un  testo che aveva l’obiettivo di essere innanzitutto comprensibile e semplice. Il testo fu condiviso e nei primi due giorni arrivarono ben 20.000 firme. Quindi c’era una grande attenzione al tema. Visto il successo in rete anche alcuni importanti  giornali appoggiarono la campagna che a loro volta furono rilanciate sui social.

Conclude il suo intervento Annamaria Testa con tre importantissimi punti:

impegnarsi per sostenere la crescente insofferenza per la pervasività dell’italinglese;

non contrapporre le due lingue ma conoscerle entrambe e farne un buon uso;

promuovere e accrescere la disponibilità di valide alternative italiane.

Tutti noi vorremmo che la lingua italiana non perdesse il suo valore e, soprattutto, ricordassimo che perdendo l’uso della lingua italiana rischiamo di perdere la creatività italiana.

@riproduzione riservata WWWITALIA.EU

 

 

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About Maria Paola Battista

Amo ascoltare, leggere, scrivere e raccontare. WWWITALIA mi dà tutto questo. Iniziata come un’avventura tra le mie passioni, oggi è un mezzo per sentirmi realizzata. Conoscere e trasmettere la conoscenza di attori, artisti, scrittori e benefattori, questo è il giornalismo per me. Riguardo ai miei studi, sono sociologa e appassionata della lingua inglese, non smetto mai di studiare perché credo che la cultura sia un valore. Mi piace confrontarmi con tutto ciò che è nuovo anche se mi costa fatica in più. Attualmente mi sto dedicando alla recensione di libri e all'editing. Ho scritto, inoltre, diverse prefazioni a romanzi. Grazie ai lettori di WWWITALIA per l’attenzione che riservano ai miei scritti e mi auguro di non deluderli mai. mariapaolabattista@wwwitalia.eu

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