QUESTA MALEDETTA VITA
Sabato 4 marzo, ore 18,30 Circolo della Stampa di Avellino, presentazione di Questa maledetta vita, ricostruzione biografica della vita di Giacomo Leopardi scritta da Raffaele Urraro per Leo S. Olschki editore.
Introduzione di Gaetana Aufiero. Interverranno Gaetana Aufiero, storica e scrittrice, Cosimo Caputo poeta e filosofo, gli alunni dell’ITIS “Guido Dorso” di Avellino, l’autore Raffaele Urraro, l’Associazione Terza Età di Avellino.
Raffaele Urraro, è stato insegnante presso i licei di Lingua e letteratura Italiana e Latino e oggi si dedica al lavoro letterario. È un grande appassionato di Leopardi che si può dire sia il poeta della sua vita. Ha una conoscenza profonda non solo del Leopardi scolastico ma di Leopardi a tutto tondo.
E, soprattutto, ha lavorato sulla biografia che Ranieri scrisse su Leopardi, una biografia terribile, sorprendente, “infame” che lo ritrae semplicemente come un malato che non aveva più cura di se stesso, mettendone in risalto solo l’aspetto più deplorevole.
Una biografia che lo stesso fratello di Ranieri, Giuseppe, ebbe a giudicare, in seguito, come l’opera di un malato di mente. Si riferiva, Giuseppe, al Soldalizio, un’opera in cui Ranieri scrisse cose mostruose e inverosimili e Ranieri stesso ammise di aver capito troppo tardi dell’errore che aveva fatto, ritirandolo dal mercato.
Oggi, infatti, il Sodalizio, è un libro molto raro a trovarsi.
Secondo Urraro, Ranieri calcò le mani sulle cattive abitudini del poeta e questo modo di vedere è stato il punto di partenza per i suoi studi.
Urraro ha, infatti, condotto un lavoro accurato su tutto l’epistolario per verificare quanto di fondato ci fosse sulle notizie di Ranieri.
Alla presentazione sarà presente Cosimo Caputo, filosofo e poeta, che si soffermerà sul contrasto corpo-anima, basato sugli studi che Urraro ha compiuto sulle cartelle mediche di Leopardi, riguardanti le precarie condizioni di salute del poeta.
Gaetana Aufiero tratterà il tema dell’erranza, l’incapacità del Poeta di soffermarsi in un luogo, sulla inquietudine, sul bisogno di andare via, fino ad arrivare a Napoli che, inaspettatamente, si scopre essere una città leopardiana, dove c’è tutto e il contrario di tutto.
Del rapporto di Leopardi con Napoli, Urraro offre uno spunto di riflessione profondo conducendo il lettore a scoprirne un significato attuale.
Leopardi rappresentò Napoli nei Paralipomeni come una topaia perché lì erano fuggiti; ne I nuovi credenti ne parlò come di “una città sotterranea, scavata nel tufo, sonora, dentro palazzi e fabbriche reali, collegi a non finire, ospedali vuoti sempre ma grandi fuori misura, statue e colonne e archi trionfali, e monumenti di ogni natura…
Continuò parlando di Ercolano le cui origini nobili sono coperte da Resina, di Pompei e sottolineò come in altri paesi come la Germania e l’Inghilterra questi luoghi storici sarebbero stati riconosciuti per la loro vera importanza.
E ancora la classe dirigente che anteponeva i maccheroni alla vita della città e non comprendeva la sofferenza del popolo, come anche i poeti e gli scrittori a lui contemporanei che si fregiavano di essere belli e di poter godere della vita”.
Quindi, il libro indica un percorso sulla vita di Leopardi a partire dal rapporto con Ranieri che dapprima lo aiutò ma poi lo sfruttò, e dà la lettura di un uomo attualissimo.
Un uomo che altri poeti e scrittori come Tommaseo disprezzavano e, nonostante fosse già conosciuto, accusavano di essere presto dimenticato.
Gaetana Aufiero, la quale mi ha gentilmente anticipato qualcosa sull’incontro, confessa di sentirsi onorata e nello stesso tempo inadeguata perché davanti al mare di cultura e suggestioni che offre Questa maledetta vita sente tutta la sua piccolezza. Cercherà di suggerire, proponendo la sua lettura ma ritiene necessario che il libro sia letto per essere compreso a fondo e sarebbe, ovviamente, contentissima se lo si proponesse nelle scuole, mediandolo, perché in esso si presentano anche i tempi politici di cui si parla oggi. Leopardi parla ai giovani invia un messaggio, la rabbia che c’è in Leopardi è la rabbia dei giovani.
Ed è la rabbia del presente.
Inoltre Leopardi fu molto legato a Pietro Colletta per cui conosceva molto bene le vicende politiche e amministrative del regno di Napoli ma anche quelle dei suoi dintorni come Avellino.
Da qui anche il tentativo di coinvolgere gli studenti dell’ ITIS Dorso i quali hanno letto del Leopardi appassionato di musica e leggeranno degli estratti dal libro.
Ciò di cui Gaetana si dice rimasta fortemente colpita è la bellezza della poesia di Leopardi e il dramma di una mente straordinaria prigioniera di un corpo che gli impedì di vivere in un mondo culturale quale lui avrebbe voluto.
I tanti richiami del testo glielo fanno vedere come un cittadino di Europa ed è straordinario, per il momento storico che stiamo vivendo, questo suo messaggio.
Ringrazio come sempre Gaetana Aufiero per la sua gentile disponibilità.
Maria Paola Battista
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