RECENSIONE LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT (no spoiler)

Enzo Ceccotti, un piccolo malvivente romano in fuga dalla polizia, si immerge nel Tevere per sfuggire agli inseguitori, finendo per entrare in contatto con sostanze radioattive, contenute in alcuni bidoni, che gli conferiscono una forza sovraumana. Queste sono le premesse di Lo Chiamavano Jeeg Robot, una sorta di “cinecomic all’italiana”, vincitore di ben 7 David di Donatello.

Il film segna l’esordio alla regia di Gabriele Mainetti, che confeziona un prodotto innovativo e mai visto nel panorama cinematografico italiano. Lo Chiamavano Jeeg Robot è l’incontro tra i cinecomic a stelle e strisce, con i quali non condivide naturalmente gli stessi budget esorbitanti, e i film di Claudio Caligari (Non essere cattivo, Amore tossico), con personaggi della periferia romana ai limiti della società.

In effetti, il protagonista, Enzo Ceccotti, interpretato da un ottimo Claudio Santamaria, è un soggetto borderline: ladruncolo della periferia romana, chiuso in se stesso, poco loquace (recita poche battute in tutto il film e quasi sempre le stesse), è l’opposto di quello che il nostro immaginario collettivo potrebbe associare ad un eroe. Ceccotti vive un’esistenza solitaria e, soprattutto, odia il genere umano, proprio quello che, dopo aver ottenuto i poteri, dovrebbe salvaguardare, ma questo non gli interessa.

La vita di Ceccotti viene sconvolta dall’incontro con Alessia, una ragazza, come lui, problematica, dopo aver subito ripetute violenze dal padre, e che vive in un mondo tutto suo, dominato dalla figura di Hiroshi Shiba, protagonista dell’anime Jeeg robot d’acciaio. Alessia è interpretata da Ilenia Pastorelli, alla sua prima esperienza da attrice, che, con la sua ottima prestazione, zittisce tutti i suoi detrattori che non le perdonavano la partecipazione al Grande Fratello 12.

jeeg2Il terzo personaggio più importante della pellicola e che probabilmente attira maggiormente l’occhio dello spettatore è “Lo Zingaro”, capo di una piccola banda di criminali. Interpretato da un magistrale Luca Marinelli, che tra questa performance e quella in Non Essere Cattivo ha avuto nel 2015 il suo anno di grazia, Lo Zingaro è il “cattivo” del film: ambizioso, cinico, sadico e amante della musica italiana anni ’80, in particolare di Anna Oxa. Già di culto la scena in cui, davanti ad un pubblico di camorristi, si esibisce in una interpretazione di Un’emozione da poco proprio della Oxa.

Lo Chiamavano Jeeg Robot rappresenta, dunque, un qualcosa di diverso nella scena italiana. Recitato e diretto bene, il film ha incontrato i favori di pubblico e critica. Non siamo di fronte al solito, trito e ritrito film di supereroi americani, divenuti abbastanza ripetitivi e a tratti irritanti. Ci sarebbe da fare giusto un piccolo appunto su alcune scene di lotta, non proprio irreprensibili, ma per essere un’opera prima siamo di fronte ad un piccolo capolavoro.

Francesco Medugno

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About Francesco Medugno

26 anni, laureato in Lettere classiche, ama il Moto GP. Scrupoloso e preciso, la sua altra passione è il Cinema. E' giornalista pubblicista. Sta sperimentando nuovi modi di comunicare. https://www.facebook.com/ffranciscake13 Per contatti francescomedugno@wwwitalia.eu

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