RESISTENZA A OLTRANZA
Personale di Lello Bavenni, Napoli, Castel dell’Ovo 9-26 febbraio, Sala delle Carceri
Secondo Raffaella Ferraro, curatrice della mostra, il suo titolo può essere interpretato come il manifesto di una vita, una evidente dichiarazione di resilienza a cui è possibile ricondurre tutto il percorso creativo dell’artista.
La resilienza in psicologia rappresenta la capacità di far fronte in maniera positiva ai cambiamenti e alle difficoltà, nonostante tutto e contro ogni previsione, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, pur rimanendo fedeli alla propria identità. Ed è proprio un’attitudine resiliente, unita ad una profonda e concreta passione per l’arte, il carburante che alimenta la creatività dell’artista, che dagli anni ‘60 ad oggi porta avanti un’idea di arte legata alla memoria e all’attualità, alla tradizione della pittura italiana e all’incursione più audace nei moderni dispositivi di creazione digitale, alla concretezza del dato naturalistico e all’artificio i colori e prospettive inventate.
Le opere in mostra rappresentano proprio la sintesi della continua ricerca e sperimentazione di Bavenni, il tentativo di trovare un equilibrio nel gioco delle contrapposizioni e delle stratificazioni in cui la memoria personale e le incursioni nel passato riaffiorano a sprazzi dall’esplosione di colori brillanti dei pixel. Ecco infatti che a guardar bene si intravedono scorci stilizzati di Vico Equense oppure profili appena accennati di figure di un passato non ben identificato e ancora dettagli di oggetti personali frammenti di vita come nella serie di specchi che si possono ammirare in mostra in cui si percepisce una graduale dissoluzione del dato naturalistico iniziale attraverso trasformazioni coloristiche e giustapposizioni di dettagli a metà tra realtà e invenzione. Il processo creativo dell’artista ricorda un po’ quello di una meticolosa rammendatrice tuttavia in versione 2.0; una taglia e cuci digitale che si avvale dei più moderni strumenti informatici per esplorare le infinite possibilità della creazione giocare con l’immaginazione. In questo modo, tutto diventa possibile, e anche un semplice giornale accartocciato può trasformarsi nell’immagine di una scogliera, così come nell’impressione di una corteccia si riescono a scorgere sagome di uccelli.
La resistenza a oltranza di Bavenni scaturisce dalla memoria e dalla storia, da ciò che c’era prima e di cui adesso rimane soltanto un ricordo, un dettaglio, in particolare, che si trasforma in dispositivo di senso il generatore di nuove possibilità di riflessione/ visione grazie al processo creativo dell’artista. La resistenza a oltranza è proprio la straordinaria capacità di reinventarsi e di provare a costruirsi, partendo dalla propria storia personale, un nuovo mondo di immagini possibili a cui aggrapparsi per sopravvivere. Bavenni, attraverso le opere in mostra, ti accompagna alla scoperta del suo mondo e ti lascia giocare con le sue visioni, creando occasioni di interazione con i visitatori, i quali sono invitati a partecipare, a contribuire personalmente alla realizzazione di un atto creativo. Sono infatti disponibili dei puzzle di alcuni quadri realizzati dall’artista con i quali ognuno può cimentarsi a ricreare l’opera originaria, come simbolo della propria presenza attiva della mostra.
Visitando la mostra la mia attenzione è stata attratta dal fatto che l’allestimento è montato in cornici di legno formate da due parti di cui una è uno specchio in cui si riflettono sia il dipinto che il soffitto a volta colorato.
Maria Principe si occupa dell’accoglienza ai visitatori, mi spiega che il soggetto disegnato si ripete in quasi tutti i quadri ed è realizzato con una tecnica di sovrapposizione grafica computerizzata, poi trasferita su tela e su di essa l’artista interviene nuovamente a mano.
Si tratta di un gioco di riflessi e di ritorni tra quadro e specchio arricchito dai giochi di luce che provengono dalla riflessione.
Il tema, mi racconta poi il maestro Bavenni, sono gli specchi che hanno, nello stesso tempo, il compito di coinvolgere attivamente il visitatore nei loro giochi.
Maria Paola Battista
In foto La macchina ruotante
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