MONTEFORTE. L’ISTITUTO COMPRENSIVO NON DIMENTICA

Una platea di bambini commossi. Una favola. Un film. Il racconto dei fatti. Le domande dei ragazzi più grandi. Questi gli ingredienti della Giornata della Memoria celebrata dall’Istituto Comprensivo “Salvatore Aurigemma” di Monteforte Irpino (AV). Elisa Springer, Camillo Renzi, Lorenzo Fusco “Il balilla”, Günter Grass, protagonisti della Shoah.

Alle ore di preparazione che i docenti hanno dedicato alla ricorrenza, cui l’Istituto guidato da Angela Rita Medugno tiene molto, è seguita una serie di iniziative che hanno coinvolto sia la scuola primaria che quella secondaria di primo grado. Mentre nell’auditorium della secondaria si svolgeva una conferenza tenuta dalla scrittrice e studiosa  Gaetana Aufiero e da Carmine Leo, giornalista e scrittore, sul tema della memoria delle persecuzioni naziste, in quello della primaria le quinte classi ascoltavano la lettura dell’ultimo capitolo dell’ Armadio, dalla voce dell’autrice Antonietta Urciuoli.

Lo scorso anno la Dirigente, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e i giovani del Servizio Civile, aveva organizzato  la manifestazione “Viaggio nella follia della Shoa”  in occasione della quale al Cavalier Andrea Marrandino, Maresciallo Maggiore della Brigata Julia degli Alpini e reduce dei campi di concentramento, fu consegnata una targa.

Antonietta Urciuoli

Antonietta Urciuoli

Il libro della Urciuoli, di cui abbiamo proposto la lettura sul nostro giornale, tratta di una famiglia ebrea alle prese con i rastrellamenti dei nazisti durante la seconda guerra mondiale, scavando in particolare nella psicologia dei bambini che furono coinvolti nelle deportazioni nei campi di concentramento. L’Armadio è stato letto in classe dagli alunni grazie all’impegno delle docenti: Rosaria Prima, che ha realizzato anche un video per la presentazione della Giornata della Memoria; Silvana Festa; Bionda Scafura; Teresa Boccieri; Teresa D’Amore; Loredana Di Gennaro, Concetta Criscitiello e Rosa Vitagliano. Durante l’incontro, sulla maglia indossata dalla Urciuoli campeggiava la scritta: “MAI PIU’”. La scrittrice, che ha lavorato per molto anni con i bambini a scuola, utilizzando un linguaggio semplice ma efficace, adatto all’uditorio, ha raccontato di aver scritto la storia per il nipotino Simone, ma di avere poi pensato di regalarla anche agli altri bambini perché capissero quanto male avevano fatto i nazifascisti in nome della difesa della razza, privando uomini come loro dei propri diritti, della propria libertà e della vita stessa. «Durante i momenti più difficili della nostra vita, è il dolore, ricordatelo bambini,  che ci dà la forza per rialzarci, perché dopo il buio c’è la luce». Questo il messaggio della Urciuoli al termine della lettura, quando i bambini, commossi e riconoscenti, hanno voluto abbracciare la scrittrice, dal canto suo felice di aver suscitato in loro emozioni che resteranno nella loro memoria.

Nell’edificio che ospita le classi della secondaria, nel frattempo, si svolgeva l’incontro con Gaetana Aufiero e Carmine Leo. Questa volta il pubblico era formato da ragazzini di tredici e quattordici anni che avevano assistito alla proiezione di un film sulla Shoah e che lo avevano commentato con i loro insegnanti.

L’Aufiero ha prima sintetizzato rapidamente gli avvenimenti che costruivano il quadro storico del periodo precedente alla Shoah, poi ha raccontato alcune storie, prima fra tutte quella di Elisa Springer, che aveva conosciuto di persona e che le aveva raccomandato vivamente di farsi messaggera degli orrori perpetrati contro gli ebrei. La Springer, che era stata insieme ad Anna Frank a Birkenau, ricordava bene questa bambina sempre in cerca di un po’ di carta per scrivere.  La testimone dell’orrore nazista, pur avendo subito molte torture come tante donne internate, a causa di sperimentazioni di farmaci commissionate dalle case farmaceutiche, una volta liberata, non aveva potuto parlare per molti anni a nessuno della sua storia, perché il marito le aveva chiesto di non farlo. La motivazione stava nel fatto che, dopo la guerra, l’Italia non voleva ricordare quanto male aveva fatto, e così le vittime venivano zittite. Anche alla Risiera di san Saba a Trieste le scritte lasciate sui muri dai prigionieri furono cancellate dopo la guerra. Ma fortunatamente erano state in parte trascritte da un uomo che prima di essere assassinato le aveva salvate, a testimonianza della difficile affermazione della verità anche quando tutto sembrava finito.

Fortunatamente, con il tempo la verità è poi venuta fuori in tutta la sua crudezza e oggi si conosce quale fu il reale coinvolgimento degli italiani nell’orrenda follia della Shoah.

Ma altrettanto raccapriccianti, ha spiegato ancora la Aufiero, sono stati i crimini compiuti dagli italiani in Africa, dove interi villaggi furono distrutti a causa di ribellioni. Uno di questi, insediato in un luogo sacro, era riuscito a salvare i più giovani grazie alla premonizione di un sacerdote, facendoli nascondere nei sotterranei. Purtroppo, poiché furono trucidati tutti  coloro che erano rimasti all’esterno, i giovani e i bambini morirono di fame e furono trovati solo molto più tardi.

Alla domanda di un alunno che voleva sapere perché poi solo gli ebrei fossero stati scelti per la purificazione della razza, la Aufiero ha spiegato quanti altri gruppi sociali fossero stati internati, come i Rom, gli omosessuali e i Testimoni di Geova e, anche a questo riguardo, ha fatto esempi della violenza di cui fu pieno il periodo della seconda guerra mondiale.

Altre storie proposte dalla Aufiero quella del giovane Lorenzo Fusco di Monteforte, che era fuggito di casa per raggiungere i soldati in Africa e per combattere al loro fianco. Osannato come “Il balilla”, era portato ad esempio dal regime e dallo stesso Mussolini. Un esempio negativo, diremmo oggi. Poi la storia di Günter Grass, SS da giovanissimo, che denunciò i crimini nazisti e scrisse il libro “Sbucciando la cipolla”. Ma anche la storia di Camillo Renzi di Mugnano del Cardinale, che aveva approfittato della sua posizione di guardia del corpo del principe Umberto per salvare molti ebrei dai campi di concentramento, finendo come Palatucci a Dachau.

La domanda che Leo ha posto al giovane uditorio è stata, infine: «Anche oggi secondo voi capitano cose del genere?». Al diniego dei ragazzi, il giornalista ha invitato tutti a riflettere sull’esistenza del razzismo ai giorni d’oggi, che assume proporzioni enormi in America, e sul bullismo e sulle diverse forme di violenza nella nostra società, di cui tutti diventiamo responsabili con la nostra indifferenza.

Per concludere la giornata, è stata cantata The prayer, nella versione di Celine Dion e Andrea Bocelli, da due alunni preparati dalla professoressa Tiziana Storti.

Nella foto in alto Gaetana Aufiero, Angela Rita Medugno e Carmine Leo.

 

Print Friendly, PDF & Email

About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.