Elettrica o non elettrica. Quale auto scelgo?

Il mercato dell’auto sta cambiando rapidamente, negli ultimi mesi i consumatori hanno assistito a delle svolte epocali nel campo della mobilità. In questo clima di incertezza gli italiani si chiedono sempre più spesso su quale motorizzazione puntare per la propria automobile e quali tecnologie saranno effettivamente preponderanti in futuro. Molte persone di fronte al dilemma preferiscono rimandare l’acquisto della nuova vettura, incorrendo, però, in ulteriori difficoltà.

Ma andiamo con ordine

Partiamo da un concetto base, chi acquista crea la domanda e la logica ci porta a pensare che chi realizza l’offerta deve adeguarsi al tipo di domanda. Tuttavia, soprattutto nel mondo automotive, l’offerta è influenzata da fattori politici. Le case costruttrici producono automobili anticipando le aspettative e i desideri della clientela, ma devono sottostare alle leggi anti inquinamento, alle nuove tecnologie e a logiche di mercato sempre più complesse. Dalla fine degli anni novanta il consumatore europeo è stato “mentalizzato” ad acquistare quasi esclusivamente vetture diesel, fatto salvo per i segmenti di carrozzeria più piccoli, come le city car. Nel 2010 in Italia l’auto più venduta era la Volkswagen Golf, rigorosamente turbo diesel. Ancora oggi ne circolano migliaia sul nostro territorio, sopravvissute alle rottamazioni degli ultimi anni. Il diesel, con l’introduzione della tecnologia Common Rail brevettata da Fiat, ha permesso di costruire motori con elevata efficienza, coppia e consumi ridotti.

Poi Toyota ha introdotto sulla produzione di massa il veicolo ibrido. La Prius è l’esempio più famoso, una delle prime vetture a combinare la mobilità elettrica al convenzionale motore termico. Negli ultimi anni questa tecnologia è diventata una realtà affermata. Nel 2021 il 38% delle vendite si è concentrato sul comparto ibrido o elettrico.

Come si spiega?

Certamente le politiche europee prima e locali poi, impongono sempre di più la mobilità sostenibile. Girare con una vecchia turbo diesel per le vie di una città è diventato quasi proibito. Di conseguenza, il consumatore è portato a dover sostituire il veicolo prima di quanto avesse programmato. In Italia, in media, un automobilista cambia la propria vettura dopo dodici anni circa.

È una spinta sincera verso un mercato più green o una strategia per incentivare un mercato in calo?

Provocazione a parte, il progresso è progresso e le aziende e i consumatori devono stare al passo.

C’è un però. Negli ultimi tre anni si è assistito a grandi investimenti sotto forma di incentivi statali, che hanno permesso alle persone di rottamare il proprio veicolo acquistandone uno meno inquinante. Oggi gli incentivi ci sono e non ci sono, a Gennaio l’Unione Europea li ha stanziati ma il governo Italiano non ha ancora erogato questi fondi, basta consultare il sito governativo https://ecobonus.mise.gov.it/ . Al momento della stesura di questo articolo, solo i fondi per i veicoli a due ruote elettrici sono attivi. In questi giorni si susseguono notizie relative all’arrivo degli incentivi ma ancora non è giunta una conferma definitiva sulle tempistiche.

Intanto facciamo un ripasso sugli ecoincentivi, facendo riferimento all’estate 2021, quando c’è stato il boom dell’ecobonus. Erano ripartiti in questo modo:

  • 0-20 g/km senza rottamazione: 4.000 euro Ecobonus Stato + 1.000 euro extrabonus Stato + 1.000 euro (+Iva) dealer
  • 0-20 g/km con rottamazione: 6.000 euro Ecobonus Stato + 2.000 euro extrabonus Stato + 2.000 euro (+Iva) dealer
  • 21-60 g/km senza rottamazione: 1.500 euro Ecobonus Stato + 1.000 euro extrabonus Stato + 1.000 euro (+Iva) dealer
  • 21-60 g/km con rottamazione: 2.500 euro Ecobonus Stato + 2.000 euro extrabonus Stato 2.000 euro (+Iva) dealer
  • 61-135 g/km con rottamazione: 1.500 euro Stato + 2.000 euro (+Iva) dealer

Tutto questo previa rottamazione di un veicolo Euro 4 o precedente, oggi i criteri si estenderebbero alle rottamazioni Euro 5. È da vedere quando decideranno di reinserire gli ecoincentivi e se saranno ripartiti nella stessa modalità del 2021. E bisogna ricordare che alcune regioni, come la Lombardia, hanno introdotto ulteriori incentivi regionali in passato.

Quindi, fatta questa precisazione, può convenire o meno acquistare un’auto elettrica, aspetto gli incentivi o decido di muovermi ugualmente?

Oggi il mercato dell’elettrico è in forte crescita, modelli nuovi e sempre più efficienti vengono lanciati sul mercato, alcuni arrivano ad autonomie di 6-700 km. Ma teniamo l’attenzione sui veicoli di consumo più vasto, quelli più economici.

La Dacia Spring è la più economica sul mercato europeo e supera i 20.000 euro di listino. Ai tempi dell’ecobonus, se si aveva una rottamazione, la si portava a casa con 11 o 12.000 euro circa. Tuttavia, un veicolo come questo comporta pochissima manutenzione, un motore elettrico di per sé è semplice, non ha tante componenti soggette ad usura come un normale motore termico. Può far risparmiare, dunque, sulla manutenzione. Poi in alcune regioni è esente da bollo. L’esborso extra può essere riassorbito grazie a queste voci di risparmio. In più, le case costruttrici premono sempre di più per l’acquisto rateizzato, magari con servizi inclusi. Ciò permette di acquistare veicoli sempre più costosi con rate sostenibili, con la possibilità di restituire il veicolo dopo un certo periodo di tempo. Fattore da non sottovalutare, è che i prezzi di listino stanno salendo sempre di più e aspettare potrebbe significare pagare di più la stessa vettura.

Superati questi ostacoli resta la paura per l’autonomia. Anche qui si è creata disinformazione e disorientamento negli ultimi anni. Utilitarie come la Dacia Spring o la Fiat 500 elettrica hanno autonomia dichiarate sui 200-300 km. Chiaramente, l’autonomia dipende da molti fattori: utilizzo di aria condizionata, finestrini aperti, stile di guida, temperature esterne, accessori montati sulla vettura ecc.

Con un utilizzo consapevole del mezzo si riesce a ottenere percorrenze soddisfacenti, ma dipende sempre dal nostro obiettivo. Se per lavoro percorriamo 200 km al giorno in autostrada, forse non è il veicolo che fa per noi.

Per fortuna sul territorio italiano, da nord a sud, le colonnine di ricarica si stanno diffondendo, anche se alcune regioni sono più sfornite. C’è sempre l’opzione di ricarica a casa, magari con una wallbox (una colonnina casalinga), ma non tutti hanno la fortuna di avere un garage o un luogo privato di parcheggio.

Tutta questa panoramica non può dare certo delle risposte univoche e universali. Ha l’obiettivo, invece, di aiutare a riflettere chi, in questo momento, è incerto sulla scelta da affrontare.

Nel prossimo articolo approfondiremo l’argomento elettrico e introdurremo il tema dei veicoli ibridi.

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About Flavio Uccello

Giornalista pubblicista, è stato consulente assicurativo e finanziario, oggi si occupa di automotive. Oltre a trattare argomenti di natura socioeconomica, ha una smodata passione per i motori e il motorsport di cui scrive diffusamente nelle nostre rubriche. Ama leggere ed è molto curioso. Ha una gran voglia di comunicare con il mondo.