Inaugurata ad Avellino la mostra per i 130 anni del Mattino. Monga: «Commosso e affascinato!»
La mostra inaugurata stamattina al Circolo della Stampa di Avellino, come avevamo annunciato ieri, ha sorpreso il direttore del Mattino di Napoli Federico Monga, ospite d’onore dell’evento. Dal primo numero del Mattino, uscito il 16 marzo 1892, a quelli che riportavano in prima pagina le notizie dell’assassinio di Giacomo Matteotti e dell’Armistizio, alla famosa prima pagina del numero sul terremoto dell’Irpinia con l’indimenticabile titolo: FATE PRESTO, la storia della testata più importante del Sud Italia segna il percorso della mostra allestita da Gianni Colucci, Simonetta Incarnato e il curatore del Museum & Events, Pantaleone Dentice, alla cui sinergia e grazie al patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, del Comune di Avellino e della Regione Campania, si deve la realizzazione dell’evento.
La mostra, che resterà visitabile fino al 26 marzo, è stata inaugurata da Federico Monga che si è dichiarato «prima di tutto commosso dall’entusiasmo di Dentice e sempre affascinato dalle persone che raccolgono le memorie fisiche, gli oggetti, perché ciò manifesta attenzione e affetto per le storie». Osservando che la ricchezza di contenuti presentati nella mostra, si è poi soffermato anche sulla presenza del primo numero dell’Unità e di Ordine Nuovo, giornali che non esistono più, le cui copie salvate dall’oblio hanno trovato oggi spazio in questo luogo.
Liberta di pensiero e di parola i punti saldi della mission del Mattino sin dalla sua fondazione per il direttore della testata, convinto che questa debba essere una buona occasione per invitare gli studenti a soffermarsi su queste pagine ricche di contenuti e capire, cosi, meglio la storia di oggi.
Monga ha quindi annunciato le iniziative che Il Mattino di Napoli, grazie alla collaborazione di Aldo Balestra, ha messo in campo per celebrare l’importante anniversario Già martedì prossimo si troverà in edicola uno speciale dedicato ai 130 anni del Mattino di 40 pagine, con gli editoriali dei 16 direttori più famosi. «Perché», ha spiegato, «attraverso questi ricordi si percorre una storia indicata tempo fa da Scarfoglio e Serao, un filo rosso, una via maestra del coraggio e della buona volontà che hanno sempre caratterizzato il lavoro della redazione».
«Le parole sono un’arma quando ci sono momenti di irrazionalità come quello odierno, ma lo sono anche quando la criminalità va contrastata con un presidio democratico», ha dichiarato poi, convinto che rileggere i vecchi giornali ci aiuterà ad affrontare momenti come questo che stiamo vivendo.
Ha infine aggiunto che molte altre sono le iniziative che interesseranno questa ricorrenza tra le quali un concorso, in cui si dovrà votare la copertina storica preferita, annunciando la realizzazione di una graphic novel e di vere e proprie performance artistiche.
Infine, l’artista Concetta Prezioso ha fatto dono a Monga e a Dentice di due statuette in cartapesta, ottenute dal riciclo di pagine di quotidiani, realizzate con vera perizia.
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