‘Per niente al mondo’, la nuova opera di Ken Follet. Recensione (no spoiler)

‘Per niente al mondo’ è l’ultimo romanzo del celebre scrittore britannico Ken Follet, che con questo lavoro fa un passo verso i giorni nostri, descrivendo una serie di avvincenti avventure in un presente terribilmente verosimile.

Lo scrittore inglese non ha certo bisogno di presentazioni. Tuttavia, per chi volesse approfondire, basti ricordare che I Pilastri della Terra e La Cruna dell’Ago sono tra i best seller più venduti di sempre. Negli ultimi anni ha riscosso grande successo con i romanzi della serie di Kingsbridge ambientati nel Medioevo, e poi con la Century Trilogy dove narrava gli eventi più importanti del Novecento.

L’autore ha spesso realizzato romanzi a tema storico o thriller e non è la prima volta che descrive un argomento attuale.

Un elemento ha accomunato i suoi scritti: esporre gli eventi di fantasia in un contesto verosimile e storicamente accurato; e lo stesso avviene in Per niente al mondo.

Senza fornire spoiler, la trama si sviluppa su più storie parallele, come avviene in altri suoi romanzi. Vengono descritti eventi apparentemente slegati come attacchi terroristici, tentativi di golpe, intrighi politici che, con il passare del tempo, appaiono sempre più collegati. Come espresso dall’autore nella prefazione, l’intento del romanzo è mostrare come piccole azioni fatte anche in buona fede dai politici, dai funzionari, dai partiti possano portare a conseguenze enormi, come successe agli albori della prima guerra mondiale.

I protagonisti del romanzo operano a diversi livelli nel tessuto sociale. Da agenti segreti della CIA in Africa, agli addetti dell’intelligence cinese, al presidente degli Stati Uniti, fino ai migranti africani che cercano di raggiungere l’Europa. Tutte queste storie sono affrontate da personaggi credibili e di spessore, con storie personali ben delineate e ideologie distinte.

In 700 pagine Follet dipinge un quadro di assoluta attualità, i fatti specifici sono inventati ma si ispirano alle notizie che ascoltiamo tutti i giorni al telegiornale. Uno dei temi che affronta è quello della migrazione, in particolare delle persone che attraversano il deserto africano, con la speranza di giungere in Europa, spinte dall’estrema povertà. Le peripezie e le violenze sono raccontate con cura e rispetto, descrivendo i retroscena del traffico di esseri umani. Altro tassello importante, e collegato al precedente, è quello della lotta al terrorismo. In questo frangente si vede tutta la vena giallista di Follet.

Non meno importante è il lato diplomatico, dove l’autore spiega con minuzia gli intrighi e le strategie messe in atto sia nel governo americano che cinese. Interessante è lo spaccato sulla cultura dell’odierna Cina, la netta contrapposizione della gioventù progressista e moderna e la vecchia guardia conservatrice, legata ancora agli obsoleti retaggi del regime comunista.

Se nella Century Trilogy il lettore traeva spunti di riflessione cercando di imparare dagli errori e orrori del passato, qui lancia un monito molto più vicino, molto più inquietante. Come a dire, che con la minaccia di una guerra atomica gli errori commessi adesso potranno essere gli ultimi.

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About Flavio Uccello

Giornalista pubblicista, è stato consulente assicurativo e finanziario, oggi si occupa di automotive. Oltre a trattare argomenti di natura socioeconomica, ha una smodata passione per i motori e il motorsport di cui scrive diffusamente nelle nostre rubriche. Ama leggere ed è molto curioso. Ha una gran voglia di comunicare con il mondo.