IL SAN CARLO TRIONFA A MILANO. INTERVISTA A UN ORCHESTRALE

PUBBLICO ENTUSIASTA NEL DUOMO DI MILANO AL CONCERTO PER L’EUROPA. NE ABBIAMO PARLATO CON IL GIOVANE VIOLISTA FRANCESCO VENGA

Nella splendida cornice del Duomo di Milano, domenica scorsa è andato in onda su Rete 4 il “Concerto per l’Europa”.L’orchestra e il coro del Teatro di San Carlo di Napoli, diretti dal Maestro Zubin Metha, hanno eseguito uno dei lavori più conosciuti del repertorio sinfonico di Ludwig Van Beethoven: la Sinfonia n. 9 in re minore per soli, coro e orchestra Op.125.

Il concerto, registrato qualche mese fa, ha voluto ricordare sia il Direttore, il Professor Gianni Baratta, scomparso lo scorso 23 marzo, che fino all’ultimo ha fortemente voluto la realizzazione di questo evento, sia celebrare il 630° anniversario della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano che cadeva il 16 ottobre.

L’esecuzione pulita e precisa dell’orchestra e del coro del Teatro San Carlo di Napoli e la direzione di un grande direttore, oggi guida artistica onoraria del teatro partenopeo, hanno entusiasmato il pubblico, consegnando l’imponenza di una sinfonia di grande impatto, culminante con l’Inno alla Gioia di Schiller, adottato come Inno dell’Europa unita.

Abbiamo fatto qualche domanda a un orchestrale, la viola di fila Francesco Venga.

Francesco Venga

L’ho vista suonare nell’orchestra domenica sera e mi sono ricordata di una intervista che lo ho fatto una decina di anni fa in occasione della partecipazione dell’orchestra giovanile, in cui suonava in quel periodo, al G7 dell’Aquila. Quanto tempo è passato da allora… Ha studiato ancora tanto, ha conseguito l’abilitazione, è stato allievo di Bruno Giuranna all’accademia “Walter Stauffer”,  ha ricevuto il diploma d’onore all’accademia Musicale e Chigiana, il diploma di musica da camera all’Accademia di Santa Cecilia e poi la nomina come membro aggiunto di una delle orchestre più ambite da un musicista.

Oh sì, ricordo bene, è passato tanto tempo e da quella mia prima esperienza di calibro internazionale non mi sono più fermato. Fortunatamente sono insegnante di ruolo con un part-time che mi consente di suonare con l’orchestra del San Carlo e di svolgere l’attività artistica con il Quartetto “Felix” di cui faccio parte.

Cosa ci dice della serata del concerto per l’Europa?

Come lei sa, l’acustica di un teatro non è la stessa di una cattedrale. Le difficoltà nel dosare i suoni, sotto la direzione di Zubin Metha, si è tradotta in una maggiore concentrazione da parte di tutti, affinché il suono fosse il più perfetto possibile. In più c’erano diverse personalità, tra cui il sindaco De Magistris che ci accompagnato in questo viaggio, e una location d’effetto che incute rispetto per la storia di cui è intrisa.

Come ha vissuto questa esperienza?

Al di là delle telecamere, quello che mi ha reso particolarmente fiero è stato portare il nome del San Carlo in un contesto così ampio e fare conoscere cosa produce oltre la lirica il nostro storico Teatro. Siamo andati anche a Granada a replicare il programma, all’Alhambra, per la serata inaugurale del Festival della musica. Il San Carlo non è solo Opera, anche se questa è la sua prima vocazione.

Mi ha fatto piacere vedere l’entusiasmo che ci ha accolto a Milano, una città che di musica si intende.

Ha 29 anni e già un bel percorso artistico alle spalle. Pensa che ci sia spazio per i giovani musicisti in Italia, oggi?

Io credo di sì, anche se questo spazio va saturandosi e i concorsi sono sempre meno e le commissioni più esigenti. La domanda è superiore all’offerta di lavoro in questo campo come in tutti gli altri, ma l’Italia secondo me è il posto giusto per un musicista.

Cosa significa oggi “Europa” per un giovane?

Oggi bisogna riflettere e fare un confronto, penso, tra quelle che erano le aspettative nel momento in cui fu fondata l’Unione Europea e la direzione che questa ha preso con il tempo. Tante cose sono cambiate, paesi nuovi che si sono uniti a questo soggetto, paesi vecchi che se ne sono distaccati ed è subentrata una tendenza alla fuga da questo contenitore. Tuttavia non vedo una alternativa positiva a una Europa unita e quindi continuo a guardare con fiducia all’Unione Europea. Nel frattempo cerchiamo di valorizzare le nostre ricchezze artistiche. E il Teatro San Carlo è una di queste.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

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