IL VIAGGIO DELL’IDEA MUSICALE SULLE CORDE DI UN VIOLONCELLO

DAL COMPOSITORE ALL’ESECUTORE AL PUBBLICO, COME SI SVILUPPA LA NASCITA DI UN’OPERA. INTERVISTA A SILVANO FUSCO

Violoncello nell’Orchestra del San Carlo di Napoli e docente di strumento già al Conservatorio di Avellino, oggi a quello di Potenza, Silvano Fusco ci parla del rapporto tra composizione, esecutore e pubblico.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo posto alcune domane all’indomani della presentazione in prima assoluta dell’Elogio della lentezza di Gianvincenzo Cresta. L’opera, rappresentata lo scorso 21 ottobre al Cimarosa di Avellino, ha raccolto il plauso del pubblico, così come l’esecuzione di Silvano Fusco.

La musica esiste se suonata. Questa la convinzione del maestro Cresta. Lei da solista ha fatto da tramite per la serata della prima esecuzione tra il compositore e il pubblico, come violoncello solista, accompagnato dall’Orchestra del Cimarosa diretta da Massimo Testa. Parafrasando Marshall McLuhan, ha  tradotto come medium il messaggio, facendo del suo strumento il messaggio stesso. È sicuro di aver portato al pubblico le intenzioni dell’autore con il suo violoncello?

Quando si ha di fronte un nuovo brano da studiare, lo si analizza, sezionandolo, ma di solito tra le varie opzioni esecutive possibili ce n’è sempre una che ci cattura più delle altre. Ovviamente è capitato anche a me di fronte all’Elogio della lentezza, ma avendo in questo caso la possibilità di confrontarmi direttamente con il compositore, l’ho fatto più di una volta e lui, che aveva bene in testa quello che sarebbe dovuto succedere, mi ha indirizzato verso ciò che voleva. Nonostante tutto, è inevitabile mettere qualcosa di proprio nell’esecuzione, avviene sempre. Sarei capace di riprodurre l’esecuzione nello stesso modo, ma non sarebbe mai la stessa cosa, molto di ciò che abbiamo dentro finisce lì nell’esecuzione e la caratterizza.

Cosa pensa allora della pratica delle esecuzioni ‘storicamente informate’?

Sono convinto che per quanto ci si sforzi di calarsi nella volontà del compositore appartenuto a epoche diverse dalla nostra, e anche se utilizziamo strumenti che si avvicinano a quelli usati allora, mai si potrà ottenere lo stesso effetto e tradurre la stessa volontà che ha concepito un’opera e non sarebbe neanche giusto, secondo me, proporre al pubblico moderno qualcosa che non gli appartiene neanche un poco.

La sua interpretazione quindi tende a stravolgere il brano su cui lavora?

Non lo ritengo uno stravolgimento, ma una interpretazione che fa i conti ovviamente con la prassi esecutiva dell’epoca, ci mancherebbe, ma la sensibilità, gli ambienti di rappresentazione e il pubblico sono cambiati come gli strumenti. Quindi volontariamente metto qualcosa di mio in quello che suono.

Ho apprezzato la sua capacità di stare sul palco non solo per suonare, ma per intrattenere il pubblico che le chiedeva a gran voce il bis. Non è una qualità di tutti i musicisti quella di sapersi rapportare con il pubblico. Lei invece ha raccontato aneddoti e ha addirittura ironizzato sul suo strumento, dalla voce umana, e sull’uso cui alcune colonne sonore lo relegano, lasciando a questo il compito di sottolineare l’imminenza di una tragedia. Il fare uno show, dopo il concerto quando il pubblico le chiedeva un bis, ha lasciato sedimentare quello che la musica aveva raccontato, permettendo, a mio avviso, che ogni cosa ritrovasse posto nella mente di chi per la prima volta ascoltava L’elogio della lentezza.

Proprio così, io credo che sia necessario rompere le barriere che ci separano da chi ci ascolta, perché la musica abbia il suo spazio, anche perché, per facilitare la buona disposizione delle persone, ci vuole relax. L’esecutore non deve essere inaccessibile; qualche volta mi meraviglio dell’imbarazzo che le persone hanno verso di noi, non va bene. La musica va assaporata, è un piacere.

QUARTETTO DELL' ACCADEMIA SANNITA

QUARTETTO DELL’ ACCADEMIA SANNITA

Ci parli dei suoi prossimi impegni artistici.

Certo, sarò prossimamente alla Nuvola di Fuksas a Roma, sotto la direzione di Pasquale Menchise, poi a Ravello insieme al Quartetto dell’Accademia Sannita di cui faccio parte insieme ai violini Luigi Abate e Raffaele Tiseo e alla viola Alessandro Zerella, poi andremo a Taranto e quindi suoneremo come quartetto ufficiale per un concorso per clarinetto a Benevento.

Silvano Fusco

SILVANO FUSCO

Diplomatosi con il massimo dei voti presso il Conservatorio “D. Cimarosa” di Avellino sotto la guida del M° Mario Ciervo, ha proseguito gli studi a Napoli con il M° Willy La Volpe, a Roma con il M° Andrea Noferini e a Cremona presso l’Accademia Walter Stauffer con il M° Rocco Filippini. Si è successivamente diplomato all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia  sotto la guida del M° Arturo Bonucci.

Ha iniziato la carriera concertistica in giovane età classificandosi primo a vari concorsi nazionali e internazionali: Premio Curci, Premio “Le Camenae d’oro”, Premio Pergolesi.

 Svolge intensa attività cameristica, dal duo violoncello e pianoforte (vincitore  del concorso “Euterpe” di musica da camera)  al quartetto d’archi (quartetto Dorico, premiato al concorso A.M.A. Calabria). Attualmente è componente del trio Beethoven (clarinetto, violoncello e pianoforte) con il quale partecipa a numerose tournee in Italia e all’estero. Con questa formazione ha registrato per la radio Vaticana e ha inciso un Cd  per la casa discografica Artis con distribuzione EMI e del Quartetto dell’Accademia Sannita.

La sua attività comprende inoltre registrazioni per la R.A.I., la Niccolò, la ERS, la Cramps Records, la Naxos ed altre stazioni radiofoniche e televisive.

Nel 2000 ha partecipato alla realizzazione dello Stabat Mater di Boccherini eseguito in quintetto d’archi con il soprano Maria Dragoni, tenendo concerti per il Festival di Pasqua a Roma e per il convegno Vaticano a Kusadasi in Turchia.

Dal 1994 ad oggi ha lavorato con solisti di statura internazionale quali Pierrè Amojal, Mischa Maiskj, Michele Campanella, Aldo Ciccolini, Massimo Quarta, Bruno Mezzena, Franco Mezzena, Carlo Bruno, Giovanni Angeleri.

Si è esibito da solista in varie occasioni eseguendo i concerti di Haydn, Vivaldi, Schumann, Elgar, con l’Orchestra dell’Associazione Napolinova, la Nuova Orchestra Scarlatti, l’Orchestra Stravinskj, l’Orchestra Regionale Campana, l’Orchestra dei Professori del Teatro di San Carlo, l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, l’Orchestra di Città del Messico, l’Orchestra dei Solisti di Napoli.

 I° violoncello dell’Orchestra Regionale Campana, dell’Orchestra del Teatro Verdi di Salerno, dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, dell’Orchestra della Provincia di Foggia, dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, dell’Orchestra Regionale del Lazio, dell’Orchestra della Provincia di Avellino, dell’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria, dell’Orchestra dei Solisti di Napoli, dell’Orchestra dell’Opera di Roma e secondo violoncello presso il Teatro di San Carlo di Napoli e il Teatro Massimo Bellini di Catania.

Primo classificato alle audizioni indette dall’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Ente Autonomo Arena di Verona, del Teatro Bellini di Catania, dell’Orchestra dell’Arts Accademy, dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, dell’Orchestra Citta Lirica di Pisa.

Il profondo interesse per la musica contemporanea lo porta attualmente a collaborare con molti compositori del nostro tempo. Unisce all’attività concertistica un’attività didattica decennale di insegnante di violoncello.

Nel 2011 vince il concorso per violoncello di fila presso l’Ente Autonomo Teatro San Carlo di Napoli e in marzo 2013 si laurea in Lettere e Filosofia presso l’Università degli studi di Salerno.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.

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