L’Andradite e la Ferita da ingiustizia
Rieccoci con le Ferite dell’anima. Oggi ci soffermiamo su una delle ferite più complesse: la Ferita da ingiustizia.
Questa si riattiva, tra il quarto e il settimo anni di età, con il genitore dello stesso sesso che invita (inconsciamente e spesso inconsapevolmente) ad avere prestazioni elevate, ad essere perfetto, il migliore, generando nel bambino la credenza che vale ed è amato non per ciò che è ma per ciò che fa, bloccandolo così nella sua individualità.
La maschera che indossa la persona che ha una forte ferita da ingiustizia è quella del Rigido: gli occorre per sopravvivere al dolore che deriva dal non essere mai all’altezza della situazione. La rigidità gli serve per non cedere alle sue “fragilità” che poi fragilità non sono.
Questa intransigenza in ambito lavorativo è spesso rivolta verso se stesso, sul lavoro non conosce limiti, può procedere ad oltranza per poi esplodere in rabbia quando gli altri non lo comprendono (in effetti fa tutto questo per ricevere approvazione e se viene a mancare è un vero problema).
Quando la rigidità abbraccia la vita privata, e in particolare quella amorosa, può diventare un impedimento per il compagno/a che non può esprimere fino in fondo se stesso per non rischiare di essere “bacchettato”. Ma può anche accadere il contrario: il Rigido può innamorarsi di chi della sua libertà di esprimere fino in fondo se stesso senza giudizio ne ha fatto uno stile di vita.
Questa rigidità si manifesta anche sul piano fisico: postura diritta e più perfetta possibile. Ben proporzionato, vita piccola messa in evidenza, mascella stretta, portamento fiero. In casi estremi tende alla verticalizzazione della colonna vertebrale e la rigidità si riflette anche nei movimenti.
Le persone nelle quali si attiva sono soggette al blocco del terzo chakra.
La pietra consigliata è l’Andradite o granato ferrino che aiuta a liberarsi dai condizionamenti passati e ad iniziare una nuova vita, e soprattutto ad essere più flessibili.
Andrebbe portato addosso, magari come collana, o in tasca. All’inizio il Rigido tenderà a stringerla tra le mani quasi con forza, con violenza ma con il tempo imparerà a coccolarla.
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