Presentazione di “Noi… I Taranto” di Corrado Taranto a La Birreria di Napoli. Intervista all’autore

“Napul’ è: la settimana del teatro”. Il centro commerciale La Birreria, in piazza Madonna dell’Arco 12, dal 31 gennaio al 6 febbraio ospita una mostra unica dal titolo con locandine, copioni manoscritti, foto e video inediti dei Taranto, Leo Brandi, Totò, Tina Pica e della famiglia De Filippo.

Giovedì 3 febbraio, ore 11.30 Corrado Taranto, figlio di Carlo Taranto e nipote di Nino, presenterà “Noi… I Taranto(edizioni Il Papavero).

Abbiamo sentito l’autore per fargli alcune domande sul suo libro.

Teatro, cinema e una famiglia che ha fatto storia, lei è figlio di Carlo, fratello di Nino Taranto, appunto, poi la pubblicazione del libro Noi… I Taranto nel 2014 per le edizioni Il Papavero. Come nasce l’idea di scrivere della sua famiglia?

Il desiderio di scrivere di mio padre Carlo e di mio zio Nino è nato per ricordali. Vede, queste figure di “caratteristi” in una città particolare come Napoli vengono considerate un po’ di secondo piano. Papà per trent’anni è stato la spalla di Nino, che ha portato la rivista (genere teatrale di varietà, ndr) in Italia. Inoltre è stato il primo attore italiano a partecipare a un film al fianco di un attore straniero, nello specifico con Fernandel. Stiamo parlando di due artisti che troviamo in una locandina nel foyer del Carnagie Hall di New York per una partecipazione in un film con Marilyn Monroe, Ives Montand e Frank Sinatra. Questa è una città in cui si parla solo di Eduardo, di Totò e di Maradona. È un peccato che siano dimenticati.

Crede, quindi, che sia proprio la città a penalizzare i suoi artisti?

Penso proprio di sì.

Il suo libro è una raccolta di appunti di viaggio. Perché ha scelto questa forma per il suo racconto?

Si tratta di una serie di quelli che a Napoli si chiamano “fattarielli”, sono storie che la gente non conosce, aneddoti, mie memorie dirette. Pensi che ho fatto teatro di prosa, debuttando con Nino e sono rimasto tre anni in compagnia con lui, poi dopo ci siamo rincontrati al Sannazzaro e ho fatto due commedie con lui, per cui c’è stato anche un percorso artistico, che ha comportato una conoscenza diretta, al di là della familiarità.

Inutile chiederle quanto sia stato difficile decidere di intraprendere, a sua volta, una strada professionale tracciata in modo così connotativo da chi l’ha preceduta. Eppure vorrei un suo commento a riguardo.

Io ho cercato di distinguermi per quello che era possibile. Addirittura dal libro ho tratto uno spettacolo che porto in scena con videoproiezioni, sketch, pezzi di rappresentazioni teatrali, alcune canzoni, macchiette, ma faccio quelle meno conosciute. Certo le macchiette cantate da Nino le puoi fare in un altro modo, cantate alla Gabriella Ferri, per dire, fornendo una chiave di lettura diversa, perché l’imitazione non reggerebbe, non funzionerebbe, ecco.

L’incontro con l’editrice Donata De Bartolomeis com’è avvenuto?

In modo si può dire casuale, così le parlai del libro che avevo scritto, proprio questo, e le inviati il manoscritto, che le piacque. Dopo ho pubblicato con Il Papavero altri tre libri: una raccolta di commedie che avevo scritto; un libro su uno spettacolo che sto portando in giro su Giancarlo Siani e poi un romanzo, Il paese degli imbecilli. Tra poco uscirà, invece, un libro su mio padre scritto da due giornalisti che mi hanno chiesto notizie sulla sua storia.

Noi… I Taranto è un libro a cui tiene in modo particolare, per quello che ho potuto capire. Perché?

L’Italia è un Paese in cui i “caratteristi”, come lo era mio padre, non vengono considerati. In America su queste figure hanno costruito imperi cinematografici, pensiamo solo a Jim Carrey, lì assumono ruoli da primo attore. Qui questo genere viene penalizzato in quanto spalla del comico, un comico secondario. Avvertivo l’esigenza di dare spazio al genere e un po’ di tempo fa feci anche la proposta al Comune di Napoli di organizzare una rassegna che, attraverso delle serate a tema, promuovesse il genere. Ma non se ne fece niente.

Quale sarà il suo prossimo impegno artistico?

Dall’11 febbraio al Teatro Bracco di Napoli con Caterina De Santis rappresenterò una mia commedia, Oggi sposi. Sentite condoglianze.

Buon lavoro, allora!

Anche a lei!

©Riproduzione riservata

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.