Va in fumo La Venere degli stracci
Ieri notte hanno dato fuoco ad un’opera di Arte contemporanea dell’artista di rinomanza internazionale Michelangelo Pistoletto. A fine giugno questa istallazione del 1967, ricollocabile al filone di Arte Povera per l’utilizzo di materiale povero per le creazioni artistiche di alto valore simbolico, è stata collocata in Piazza Municipio. Un’iniziativa di ampio respiro “Napoli contemporanea”, organizzata da Vincenzo Trione, consulente del sindaco per l’arte contemporanea e i musei. L’intento è quello di orientare Napoli al contemporaneo della città, attraverso una serie di iniziative progettate specificatamente per gli spazi pubblici e i luoghi museali. L’opera stessa rappresenta il contrasto tra la bianca statua neoclassica di Venere e il banale e quotidiano monte di stracci. Il contrasto tra antico e quotidiano tra ricchezza e povertà che convivono in un’opera di grande impatto. Un contrasto molto vivo nella Napoli del bianco e nero del progresso e dell’arretratezza culturale, che stiamo registrando soprattutto tra i giovani delle varie classi sociali. L’accaduto, di sospetta natura dolosa, riapre una ferita di una città che a più riprese cerca di riemergere proprio quando Napoli è al centro dell’interesse culturale dell’intero globo. Un turismo in crescita esponenziale, la vittoria di uno scudetto dopo 33 anni, la RAI che per la prima volta sceglie Napoli come sede per la presentazione del nuovo palinsesto, l’industria produttiva cinematografica che sempre di più sceglie Napoli come set. Più che una rinascita, un’accensione di luci su una città per sé già potente, ma che si scontra con una parte di se stessa che sembra remare contro, anzi tende a distruggere e a tornare indietro. Incendiare un’opera d’Arte, piaccia o meno, è un vero sacrilegio a tutto il genere umano che proprio per la creazione di Arte si contraddistingue dal mondo animale. Un episodio, che se doloso, svolto nel cuore della città di fronte al Municipio, a due passi dalla Questura è altamente rappresentativo di un attacco alla gestione della cosa pubblica, una ferita che colpisce ogni cittadino onesto di questa controversa e magnifica città, di cui tutti noi dovremmo prenderci cura, amandola nonostante tutto.
Il sindaco assicura che si rifarà e lo stesso Pistoletto, oggi novantenne, vuole far risorgere la sua Venere dalle ceneri, solo oggi ha vinto la parte stracciona della città, quasi in autocombustione.
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