Viaggio a Tortora per scoprire l’antica Blanda

Una sorpresa a Tortora (CS). Spiagge attraenti, mare cristallino certo, ma c’è molto di più. La Calabria alto tirrenica ha in serbo veri e propri tesori per chi ha voglia di lasciare lettino e ombrellone per un giorno e, soprattutto, di affrontare qualche curva nell’entroterra. A circa 10 chilometri dalla costa di Praia a Mare, infatti, si trova l’abitato di Tortora. Come per gli altri centri storici della zona, il paese si sviluppa su un crinale articolato che sovrasta la valle del Fiumarella, ma il comune affaccia anche sulla Valle del Noce, che segna il confine con la Basilicata. Tortora è il paese più a nord della Calabra tirrenica e la sua storia si origina proprio all’arrivo degli Enotri, una popolazione proveniente dalla Lucania, che occupò quel territorio privo di colonie greche nel VI secolo a.C.; si tratta di un luogo abitato sin dall’antichità. Vi è un’area archeologica, il Palecastro, ancora sede di studi e, soprattutto, un museo archeologico nel centro del paese: il Museo di Blanda. Blanda Julia fu conquistata dai Romani nel 214 d.C. per poi seguire le vicende comuni alla storia del litorale.

La sorpresa, quindi, non sta tanto nel dipanarsi di stradine, che si snodano intrecciandosi lungo la cresta sul precipizio. È proprio il museo la vera chicca: ad accesso gratuito e ubicato da qualche anno nelle adiacenze del Municipio (e non più nella precedente sede di palazzo Casapesenna, come molti siti ancora riportano), vi si ritrova una piccola parte della mole di reperti scavati, catalogati e studiati in decenni di ricerche, avviate nel 1969 nell’area archeologica del Palecastro, poco distante dal centro storico, dopo i primi ritrovamenti fatti nel 1921.

Tutta la storia, ricostruita grazie a tali ritrovamenti e all’impegno dell’Università di Messina e della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria e alla collaborazione del Comune di Tortora, viene spiegata dai reperti in esposizione, tutti forniti di didascalie, e da un suggestivo filmato a cui assistere nella sala delle proiezioni, dotata di un esteso schermo curvo, capace di offrire una gradevole esperienza immersiva. La gentilezza delle addette, Pamela Martino, Rosita Palladino e Domenica Bloise, coordinate dal direttore, il geologo Mario Riente, denota la cura per i tesori conservati e la volontà di rendere fruibile questo patrimonio culturale.

Abbiamo potuto trattenerci poco tempo ad ammirare e conoscere meglio il luogo, ma una rapida visita al centro storico ci obbliga a promettere di tornare per saperne di più, avendo appreso che di sabato le guide conducono i turisti alla scoperta del paese, un’occasione da non perdere. Nel frattempo la voglia di approfondire la storia delle origini di questo luogo magico ci impegna in letture interessanti anche se specialistiche, consigliateci dal gentile direttore, che ha promesso di raccontarci di più. Quindi ci ritroveremo certamente qui, alla prossima visita!
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