Yo en casa, il primo singolo di Radio Tahuania, in uscita l’11 luglio prossimo. Intervista a Pietro Sgueglia
La cumbia, il nuovo trend musicale mondiale, ha la sua prima produzione “meridionale” in Italia, in una versione psichedelica amazzonica. Radio Tahuania rilascerà in data 11 luglio il videoclip del suo primo singolo intitolato “Yo en casa”, singolo autoprodotto e missato alla “Soulfingers analog mastering studio”.
Radio Tahuania è un progetto nato in Perù nel 2015 nell’ambito di missioni umanitarie nella foresta amazzonica peruviana, da un’ala dell’associazione “Alas De Esperanza”, da 20 anni impegnata nel sostegno di progetti nella foresta amazzonica e nella periferia di Lima(Perù). I suoni stridenti e psichedelici delle chitarre elettriche uniti ai bassi dondolanti ed ai ritmi latini della cumbia e del mambo in tutte le loro sfaccettature sono gli ingredienti micidiali del sound di Tahuania, addolciti dalle voci e dalla lingua spagnola.
Il gruppo è composto dai fratelli Pietro e Sara Sossia Sgueglia, voci percussioni e chitarra elettrica, Antonio Gomez al basso, Alex Perrone alla batteria e Roberto Celentano alla chitarra.
La continua investigazione sonora, la passione per la cultura e la spiritualità indigena, i valori dell’accettazione e della contaminazione culturale, l’amore per la “pachamama”, la madre terra, sono gli elementi fondanti di questo gruppo emergente.
Il singolo uscirà online sui canali Facebook e Youtube Radio Tahuania
https://www.youtube.com/channel/UCP3bexNItDPbcgu8n0YGr3A
https://www.facebook.com/RadioTahuania/?ref=bookmarks
Per info: www.facebook.com/radiotahuania
Intervista a Pietro Sgueglia
Musicista e musicologo, porta sempre con sé un sorriso disarmante che trasforma in puro ritmo quando imbraccia il suo charango. Da anni insegue la musica catturandola in varie forme. Lo abbiamo visto suonare il pianoforte classico. Ma è completamente a suo agio sotto il suo inseparabile cappello. Mi onoro di aver condiviso con lui e con altri valenti musicisti (cit. Luca Sellitto, Domenico Prebenna, Paola Genovese) un cammino folle e inspiegabile sulle vie della musica. E non solo. Oggi ho voluto farmi spiegare da lui come nasce Yo en casa.
Ho visto che singolo non andrà su piattaforme a pagamento?Come mai solo su Facebook e You Tube?
Il singolo uscirà su Youtube e lo condivideremo con la nostra community in primis, è il primo passo di una band emergente nella produzione di inediti. È una cumbia, ma è anche rock, è sudamericana, ma anche europea. Stiamo cercando i canali migliori in cui lanciarlo.
Di cosa parla Yo en casa?
Il brano non ha grandi pretese letterarie. è il gioco tra due amanti: la “femmina” che vuole uscire, andare a zonzo, che nonostante sia una donna seria non vuole compromettersi troppo, e il “maschio” che rimane in casa, che continuerà ad aspettarla nonostante questo amore lo faccia soffrire. Il motivo per cui ti parlo di femmina e maschio lo scoprirai solo guardando il videoclip in uscita l’11 luglio. La cumbia peruviana, alla quale ci siamo ispirati molto, nasce con un intento giocoso, canzonatorio, e Radio Tahuania nasce allo stesso modo: facciamo seriamente ma non ci piace prenderci troppo sul serio.
Raccontaci in breve dell’esperienza fatta nella foresta amazzonica? Quanto ha contato per te come musicista e come uomo?
La mia personale esperienza nella selva amazzonica è stata completamente disarmante, sia come uomo che come musicista. Ho vissuto per un periodo con la comunità indigena di Tupac Amaru nella provincia di Tahuania in Perù, studiando le loro abitudini e tradizioni, soprattutto musicali. Per loro la musica cura lo spirito, ridona armonia alla mente ed al corpo. In un momento storico pieno di incomprensioni e divisioni, il nostro intento è proprio quello di giocare, di provare a stare insieme nonostante le avversità. Quest’esperienza ha segnato per me come un punto d’inizio, un giro di boa, dal quale poi sono ripartito l’anno scorso (2017) col gruppo per “interpretare” ciò che ho scoperto nella selva nel modo più fedele possibile alla lezione di vita che mi hanno dato gli Shipibo dell’Amazzonia peruviana.
Cos’è la musica per un musicista che ne ha sentite di musiche particolari?
La musica è uno stile di vita, una religione, un linguaggio, ma in particolare la cumbia è una tensione continua alla felicità, alla speranza, non una via di fuga ma una via alternativa, che conduce alla follia, una follia controllata che per me è anche la migliore descrizione della musica.
Parlaci del gruppo Pietro.
Abbiamo cambiato componenti diverse volte, rischiato di finire la nostra avventura, ma siamo riusciti a tenere insieme i pezzi. Nella band come sai c’è mia sorella Sara, che ha già nel curriculum collaborazioni interessanti con Daniele Sepe in “Capitan Capitone e i fratelli della costa”, ad oggi in tour anche con “Maldestro“ come corista e percussionista. Antonio Gomez è contemporaneamente il bassista de “La Maschera”, un professionista con alle spalle anche esibizioni in manifestazioni internazionali, come lo Sziget festival. Alex è un batterista jazz, un virtuoso ossessionato dallo studio e dalla tecnica, con una scintilla di follia estrema negli occhi, il che lo rende perfetto per questo tipo di musica, da me soprannominato “el Loco”. Roberto è un ottimo chitarrista, padre e gran lavoratore, come tutti i “fenderisti”, patito per il rock americano, per questo viene chiamato “el Gringo”.
Lancia un messaggio, dai!
Yo en casa è solo il primo assaggio di ciò su cui stiamo lavorando per il futuro. Stando insieme impariamo a convivere con l’altro, conoscerlo e comprenderlo, e la nostra musica è il risultato della fusione di queste anime, unite dall’amore per il sud, specialmente il sud america, ed appartenenti allo stesso territorio, un territorio di periferia.
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