Disabilità e talento. Il focus di Giuseppe Rocco

Nella condizione umana assistiamo ad una miriade di risvolti che si combinano in modo imprevedibile. Nella graduatoria della meritocrazia vi sono diversi gradini di talento e in teoria vengono collocati agli ultimi posti i disabili di varia natura. Ebbene nella pratica, la sorte ha evidenziato numerosi casi di disabili che riescono ad emergere e diventare delle personalità di grande successo.

Il ricordo eclatante corre alla figura di Garrincha, quello che ritengo il più grande calciatore del mondo di tutti tempi. La mitica ala destra del Brasile dei due campionati del mondo (1968 e 1972) era inarrestabile col pallone ai piedi; infatti era colui che nella squadra dei carioca, dopo le sue fulminee corse dribblando diversi avversari, porgeva il pallone propizio al grande Pelé per segnare i gol di grande spettacolo. Stiamo ricordando un giocoliere inarrestabile e funambolo del pallone, per la gioia degli sportivi calcistici.

 Ebbene si racconta che il saettante attaccante brasiliano aveva un piede leggermente più corto. Questo fatto che era un handicapp nella vita, si è trasformato in un’arma vincente nel campo, in quanto consentiva al prestigioso calciatore di effettuare “la famosa doppia finta alla Garrincha”, molto proficua alla squadra e al suo talento.

  Per citare un esempio più vicino nella storia, ricordiamo la giovane Greta Thunberg, salita alla ribalta a sedici anni per l’impegno possente contro l’inquinamento. Nessuno può immaginare che a Greta è stato diagnosticato l’autismo, con specificità della sindrome Asperger.

Nel 2019 Greta ha posto su Twitter una foto, in cui era seduta da sola e in modo avvilito fuori dal parlamento svedese con un cartello; dopo qualche mese è divenuta una celebrità mondiale; l’anno dopo ha mobilitato le folle e indetto uno sciopero per il clima, con una partecipazione di quattro milioni di persone. La sua incredibile storia offre lezioni importanti, ossia afferma che una persona disabile, può essere egualmente efficace, non per aver superato la disabilità ma proprio grazie ad essa.

Molti autistici, sentendosi socialmente emarginati e poco apprezzati, ritengono di avere poco da perdere e questo lo spinge a osare di più per affermare le proprie idee. Ciò li rende particolarmente refrattari a una mentalità conformista. La stessa Greta ha asserito che vede il mondo in una diversa prospettiva. Accade sovente che le persone autistiche abbiano un interesse particolarmente radicato. Infatti pare che coloro affetti di Asperger possano mantenere un’originalità del pensiero. Costoro restano al riparo dai soliti circuiti di pressione sociale e riescono a mantenere spiccate capacità di pensiero e anticonformista. Come si vede, il talento segue strade tortuose e spesso non immaginabili. La disabilità non si traduce sempre in uno svantaggio. Si racconta che i soggetti autistici siano particolarmente numerosi fra gli attori.

Altro esempio è la dislessia, definita come difficoltà di lettura o interpretazione di parole, lettere o altri simboli, che non comporta alcuna menomazione dell’intelligenza e di comportamento in generale. Addirittura pare che soggetti dislessici abbiano più probabilità di successo imprenditoriale. Non vi è certezza che vi sia un nesso di causa ed effetto, ma vi sono buone probabilità che esista una correlazione. Le persone dislessiche non sono in grado di seguire in tutto un determinato processo produttivo, perché hanno difficoltà a leggere tutto in dettaglio e a interpretare i simboli rilevanti con dovuta rapidità. Per aggirare questo problema, essi redistribuiscono i loro sforzi verso le attività che sono in grado di compiere efficacemente, e tra questi i ruoli di leadership. In tal modo, un individuo dislessico può avviare un’impresa, demandando ad altri le attività in cui riesce meno bene.

Richard Branson, il miliardario britannico che ha fondato il gruppo Virgin, ha raccontato in che modo la dislessia ha contribuito al suo successo, dichiarando che “ha pensato in grande e inviato messaggi semplici”. In partica la difficoltà di concentrarsi su tutti dettagli può aiutare a dirigere la propria attenzione sulla visione generale, che conta più dei dettagli. Ogni disabilità comporta prestazioni sotto la media per un cero insieme di abilità; al deficit iniziale molti individui reagiscono investendo di più in altre abilità. Ciò accade anche nelle persone normali, che sono dotate di una abilità specifica e l’adoperano in tutti campi.

Prendiamo un’altra disabilità: l’afantasia, cioè l’incapacità di visualizzare mentalmente le immagini. Pare che proprio l’incapacità di visualizzare immagini nella propria mente, stimola a creare immagini grafiche destinate a un mezzo di comunicazione pubblico, oppure può portare a pensare in chiave di interesse narrativo proprio perché la sua mente non è affollata di immagini.

Ancora un’altra disabilità, disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), per coloro che non riescono a fermare l’attenzione a lungo su un argomento qualsiasi. Da studi, questi soggetti, anziché sprofondare in una caotica inefficienza, imparano a reindirizzare e sfruttare la propria impazienza cognitiva, come una forza propulsiva che assicura loro un’enorme capacità di lavoro e di apprendimento. Questi soggetti sono affamati di novità e di stimoli sempre vari, e dunque di problemi da risolvere.

Dalle varie vicende e testimonianze, si evince che le disabilità sono legate a doppio filo a una serie di vantaggi che le bilanciano e che a volte sono davvero significativi. Rammentiamo il fumettista Day Pilkey, che ha venduto milioni di libri per ragazzi e che non mai fatto mistero di essere dislessico e ADHD. Spesso nelle sue apparizioni pubbliche incontra bambini che condividono la sua condizione.

Quanto sopra non vuol significare che tutti gli autistici possiedano grandi abilità, ma non è precluso a costoro di emergere in alcuni campi. Purtroppo la società attuale è vittima di un cliché standardizzato di persone intelligenti, abili e di buon aspetto. Il campo del talento e della meritocrazia è davvero molto ampio.

La tracotanza meritocratica riflette la tendenza dei vincitori a godere troppo del proprio successo, dimenticandosi della fortuna e della buona sorte che li ha aiutati nel proprio cammino. Vista dal basso, la spavalderia della élite è irritante. Questa caratteristica trasforma la politica dell’umiliazione in un sentimento più esplosivo di altri, in un potente elemento di quella sostanza volatile composta di rabbia e di risentimento che alimenta la protesta populista.

Dobbiamo ricordare che l’avvento della globalizzazione, con il sigillo americano, ha innescato quei meccanismi densi di luoghi comuni, in cui deve prevalere il bello, il ricco e il forte. Un retaggio del western aggiornato alle metodologie attuali. Tutto ciò non aiuta le specificità nascoste, che potrebbe esplodere se aiutate dalla società. Liberiamoci da questi vincoli e potremmo scoprire eccellenze timide o poste sotto altre forme, comprese quelle nascoste dalla veste della disabilità.

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About Giuseppe Rocco

Esperto di commercio estero. Vice Segretario generale della Camera di commercio di Bologna sino al 31.1.2007; Docente esterno presso l’Università di Bologna, Istituto Economico della Facoltà di Scienze politiche, in qualità di cultore dal 1990 al 2006, di “Istituzioni Economiche Internazionali” e in aggiunta dal 2002 al 2006 di “Diritti umani”; Pubblicista iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 1985; 450 articoli per 23 testate nazionali; in particolare consulente del Il Resto del Carlino, in materia di Commercio internazionale, dal 1991 al 1995; Saggista ed autore di 53 libri scientifici ed economici; Membro del Consiglio di Amministrazione del Centergross dal 1993 al 2007;Membro del Collegio dei periti doganali regionali E. Romagna, per dirimere controverse fra Dogana ed operatori economici dal 1996 al 2000, con specificità sull’Origine della merce.