L’ANIMA NATURALE DEL PIANOFORTE. ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DI UNO DEGLI STRUMENTI PIU’ AFFASCINANTI
Un interessante incontro dedicato ai pianisti che desiderano conoscere anche le parti più nascoste alla vista del proprio strumento attraverso dimostrazioni visive e pratiche su sezioni di strumento appositamente realizzate da Paolo Cartozzi per questo appuntamento fortemente desiderato anche dalla Consulta degli Studenti.
Un appuntamento da non perdere per chi studia, suona e ama il pianoforte offrirà venerdì 16 giugno prossimo a partire dalle 15,30 nella sala Mazzotta del Conservatorio di Avellino, l’occasione per guardare dentro lo strumento e scoprirne le forme e il funzionamento. Sarà Paolo Cartozzi, l’accordatore ufficiale del Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino, ad illustrare agli interessati il mondo che si cela dietro i tasti. Un vero e proprio “Viaggio nel mondo del pianoforte” condurrà i presenti a capire le differenze tra le meccaniche e il modo in cui viene prodotto il suono a partire dalla pressione delle dita. Ce lo anticipa l’esperto cui abbiamo rivolto alcune domande.
Come nasce la sua passione per il pianoforte?
Questo strumento mi ha affascinato sin da piccolo; a 12-13 anni mi sono avvicinato per la prima volta ai misteri del piano, poiché mio zio Antonio Cartozzi ha un negozio di strumenti musicali ad Angri. Quindi ho frequentato il triennio di Accordatura e Tecnologia del pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto la guida del maestro Mauro Buccitti, al cui laboratorio per 4 anni ho fatto pratica di accordatura, restauro e riparazione. A 22 anni, due anni fa, sono diventato socio dell’AIARP, l’associazione italiana dei tecnici accordatori, dopo aver superato gli esami di ammissione.
Lei è il più giovane tecnico dell’AIARP in Italia. L’abbiamo vista prima del concerto accordare lo Steinway che avrebbe suonato di lì a poco Dario Candela nello spettacolo che ha tenuto al Cimarosa qualche settimana fa. La sua passione supera la sua età. Perché proprio il pianoforte?
Il pianoforte è uno strumento che considero naturale, vivo, mi sembra abbia un’anima. Ogni esemplare è diverso dall’altro e nasconde un mistero da scoprire. Questo cercherò di raccontare durante l’incontro: quanto cioè ci sia di naturale in ogni parte del pianoforte. E spero che questa mia iniziativa, che è stata accolta con grande entusiasmo dai docenti di piano dell’Istituto ed ha ottenuto subito la gentile approvazione del direttore Carmine Santaniello, sia di aiuto per chi affronta lo studio dello strumento.
Riguardo alla mia passione poi: sono felice quando posso accompagnare sul palco grandi artisti, come il maestro Candela, che lei ha citato, assistendoli prima del concerto; ma sono altrettanto felice quando sono impegnato a restaurare o riparare pianoforti. Per questo ho aperto un laboratorio proprio di fronte al negozio dello zio ad Angri. Molte volte si tratta di maneggiare tanta polvere, è vero, ma mi sporco volentieri le mani quando c’è da recuperare un vecchio strumento.
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