Meravigliosa Italia di Maria Teresa De Donato. Gustando Rovigo e la sua cucina con Maria Cristina Buoso (Ottava Parte)
Amici carissimi,
la cara amica e collega autrice e blogger, Maria Cristina Buoso, e venuta di nuovo a trovarci per raccontarci di un’altra perla della sua Rovigo. A chi non avesse avuto modo di leggere le nostre precedenti interviste consiglio di visitare la nostra Rubrica Meravigliosa Italia. Avrà sicuramente modo di scoprire molte aree interessanti del nostro bel Paese e magari organizzare qualche viaggio per andarle a vedere.
Buona lettura!
MTDD: Ciao, Maria Cristina, e benvenuta di nuovo in questo mio Blog e Salotto Culturale. Grazie per partecipare attivamente a questa mia iniziativa.
MCB: Grazie a te, Maria Teresa. È sempre un piacere essere tua ospite.
MTDD: Maria Cristina, di quale attrattiva turistica di Rovigo ci parli oggi?
MCB: Oggi ho pensato di parlarvi della chiesa di Santa Giustina
MTDD: Benissimo. Cosa puoi dirci di questo gioiello della tua città?
MCB: La Chiesa di Santa Giustinasorgeva dove si trova adesso piazza Garibaldi. All’inizio era la cappella privata del visconte che governava Rovigo per conto degli Estensi, il cui palazzo, che si trovava lì vicino, fu distrutto dai veneziani nel XVI secolo mentre la chiesa rimase isolata. L’ingresso era rivolto ad Ovest, come si usava in quel periodo, e nel 1450 divenne parrocchia. Non si conosce la data esatta in cui venne aperta al pubblico; si sa solo che i fedeli erano più del doppio di quelli del Duomo che si trova poco distante, ma non aveva il Battistero per cui le persone erano obbligate ad andare in un’altra chiesa quando serviva nella funzione.
MTDD: Ci furono, nel corso dei secoli, modifiche, demolizioni o trasferimenti che riguardarono questa Chiesa?
MCB: Sì, ce ne furono. Il 7 maggio 1806 la parrocchia si trasferì, infatti, in quella di San Francesco che diventò per questa ragione la chiesa di San Francesco e Giustina. Nel 1809 Santa Giustina venne demolita e al suo posto si costruì una piazza pubblica, l’attuale Piazza Garibaldi con una delle più belle statue che la rappresentano e che è stata realizzata dallo scultore romano Ettore Ferrari nel 1896 il quale non volle essere pagato ma solo rimborsato delle spese vive.
MTDD: Un gesto davvero nobile!
MCB: Sì, sono d’accordo. I polesani, tuttavia, si unirono insieme per pagarlo e gli diedero anche la cittadinanza onoraria di Rovigo come forma di gratitudine.
MTDD: Puoi dirci qualcosa di questa statua?
MCB: La statua equestre è in bronzo e poggia su marmo granito. È ornata da bassorilievi e iscrizioni che descrivono le imprese dell’eroe dei due Mondi.
La leggenda narra che essendo lui (Ettore Ferrari) un fanatico repubblicano mise sotto le staffe del cavallo due corone come segno di disprezzo verso la monarchia.
Per scoprire se è vero dovrete venire a visitare la mia città.
Il famoso “liston” della piazza è formato da lunghe lastre di marmo che delineano la pianta della chiesa distrutta.
Chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento puo leggere le informazioni riportate ai seguenti link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Giustina_(Rovigo)
https://viaggi.fidelityhouse.eu/piazza-garibaldi-rovigo-53919.html
MTDD: Molto interessante davvero.
Hai preparato anche questa volta una squisita ricetta per i nostri appassionati lettori?
MCB: Certamente! Oggi ho pensato di proporre i Fasoi in potacin.
Ricetta
Fasoi in potacin
È un piatto molto apprezzato in tutto il polesine e che si mangia soprattutto in inverno e si potrebbe dire che nel rodigino è uno dei piatti simbolo.
Di solito si usano i fagioli secchi Borlotti o Lamon; si mettono in ammollo nell’acqua per 12 ore o una notte intera; si risciacquano e poi in si versano in un pentola a bordi alti. Si fa soffriggere un pochino dell’olio di oliva con aglio del polesine (qualcuno usa anche un po’ di cipolla) cui si aggiunge, se si vuole, un rametto di rosmarino ed infine i fagioli. Si gira aggiungendo un po’ di sale e pepe e alla fine si versa sul tutto abbondante acqua.
Il quantitativo dell’acqua versata deve essere almeno il triplo di quello dei fagioli. I fagioli, infatti, devono essere completamente coperti e bollire lentamente.
Ogni tanto date una rigirata per essere sicuri che non si attacchino. Se volete aggiungere del concentrato di pomodoro, scioglietene un cucchiaio in una tazzina con dell’acqua e quando si è sciolto versatelo dentro la pentola e portate ad ebollizione.
In maniera indicativa la cottura dovrebbe durare circa un’ora e mezza, ma potendo variare, è sempre meglio assaggiarli anche perché solo assaggiandoli vi renderete conto se dovrete aggiungere altro sale e pepe.
Io personalmente, verso la fine, verso un po’ di olio di oliva con del peperoncino; li faccio cuocere ancora un po’ e poi spengo.
Il giorno dopo, per me, sono ancora più buoni, meglio se consumati con una polenta appena cotta oppure del giorno prima, ma tagliata a fette e fatte rosolare…. e se poi aggiungete anche il cotechino tanto meglio
OK… mi fermo qui perché ho già l’acquolina in bocca.
Buon appetito!
https://www.polesine24.it/gusto/2018/06/21/news/fasoi-in-potracin-made-in-polesine-27729/
MTDD: Maria Cristina, l’acquolina in bocca l’hai fatta venire a noi tutti… 😊
Grazie ancora per aver partecipato a questa nostra intervista, per le informazioni che hai provveduto sulla Chiesa di Santa Giustina ed anche per guesta gustosissima ricetta.
Ti aspetto per un prossimo incontro!
MCB: Grazie a te, Maria Teresa. Felice di aver partecipato. A presto allora!
©Riproduzione riservata
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