Un libro per l’estate. Roberto Peregalli, I luoghi e la polvere

Viviamo un tempo in cui l’imperfezione è un delitto, un corpo che porta i segni del tempo vissuto, che per noi umani eterno non è, diventa osceno da nascondere, da mutare in modo innaturale producendo corpi senza tempo, senza i segni del tempo sul volto, senza anima. Lo stesso è per i luoghi come ci illustra il filosofo e architetto Roberto Peregalli nel suo libro ‘I luoghi e la Polvere’ riedito dopo 12 anni da La nave di Teseo editore e dopo gli ultimi gravi accadimenti della pandemia e della guerra, che hanno dato più forza al suo concetto filosofico che si enuncia sin dal sottotitolo: ‘sulla bellezza dell’imperfezione’. Ed è proprio nell’imperfezione dei luoghi, degli edifici, che ritroviamo gli ultimi scampoli di una bellezza eterea che racconta il sentimento della nostalgia struggente della memoria di un luogo che ha vissuto, respirato, la cui vita si racconta attraverso le crepe, la patina, il gioco di luce e ombre che ci fanno intravedere la sua essenza non rilevata, ma da scoprire. Invece oggi c’è la spasmodica esigenza di dare luce diffusa, dall’alto, imparziale che non differenzia le parti, ma le rende tutte uguali, manifeste senza dare spazio al mistero, all’immaginazione. Le pareti si assottigliano, le finestre si ampliano nella ricerca di una vista smisurata, una vista che inganna credendo di allungare lo sguardo, ma si finisce per vivere inscatolati nell’ascolto dell’altro attraverso le pareti sottili, ma comunque isolati. Si tende a demolire il ‘vecchio’ cancellando il fascino che emana la memoria nostalgica di un luogo. “Parole come design e lifting hanno un suono sinistro. Dicono lo stesso. La plastificazione degli oggetti e dei corpi, il loro luccicare senza vita, come i pesci lasciati a morire sulla riva. … Corpi rimodellati che abitano e usano luoghi e oggetti altrettanto rimodellati”
E ancora: “via la polvere, via la patina, via l’ombra, via la carne di cui siamo fatti. Tutto è asettico. Cancellando la mortalità della vita, il luogo diventa eternamente morto.”

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About Angela Ristaldo

Angela Ristaldo, giornalista pubblicista per inseguire una passione per il giornalismo nata tra i banchi di scuola come espediente didattico privilegiato per educare i ragazzi, anche in tenera età, all'autonomia di giudizio e al senso critico. Organizza da anni un giornale scolastico che spazia tra gli interessi dei ragazzi agli stimoli circostanti che la realtà propone. Laureata in Lingue è dal 2005 insegnante di scuola primaria per scelta, credendo fortemente nella scuola come veicolo e velivolo formativo di cultura: unica arma per essere vincente in questi tempi così cangianti e difficili. Amante dell’Arte, spazia nei suoi articoli, tra le più svariate tematiche dal sociale alla scuola senza mai perdere di vista la bellezza insita in tutte le cose se la si sa osservare e valutare.