Monteforte Irpino. Finalmente svelata la Torre angioina

Così il castello che fu normanno, angioino e infine proprietà dei marchesi Loffredo, riprende vita, rivelando le fattezze di un passato lontano.

Ieri sono state rimosse le impalcature che hanno nascosto per due anni la struttura. Grazie all’intervento di restauro dei ruderi, sono stati recuperati nella loro forma originale ambienti, mura perimetrali ma, soprattutto, la Torre angioina, simbolo del sito e di Monteforte. I lavori sono stati diretti dall’arch. Paolo Mascilli Migliorini che ha recuperato i materiali ritrovati all’interno dell’area del castello e li ha utilizzati con meticolosità per ricostruire i profili degli ambienti e della stessa torre, rispettando la forma tronco-conica originale della struttura. Ora la torre si erge maestosa, avendo recuperato forma e sicurezza, suggerendo lo sviluppo delle parti mancanti del rudere che ora, terminati i collaudi e le questioni burocratiche, ci ha spiegato l’arch. Ada Piantedosi, responsabile del collaudo, sarà consegnato all’uso pubblico.

L’arch. Carmine Tomeo, l’amministratore che ha promosso e seguito dall’inizio i lavori di recupero, in risposta ai complimenti rivoltigli dallo storico locale Armando Montefusco, ha tenuto a chiarire che, per quanto riguarda il castello, si è solo all’inizio. Infatti, ha spiegato, una terza campagna di scavi archeologici dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli dovrebbe iniziare a breve e c’è ancora molto da scoprire sulla storia del castello e sulla funzione delle diverse strutture venute alla luce grazie agli scavi precedenti e ai lavori di recupero. Congetture e ipotesi passeranno al vaglio degli esperti che le confronteranno con i ritrovamenti avvenuti all’interno dell’area castellare. Inoltre deve essere completata la via di accesso che porterà il visitatore ad attraversare la storia stessa del castello, seguendo le indicazioni che troverà sulla strada. Poi il sito, come da progetto, dovrà accogliere concerti, spettacoli e visite guidate. Ma per questo dovremo attendere che l’area sia attrezzata con le strutture di accoglienza per il pubblico.

Nel frattempo l’attenzione è rivolta alla storia e ai segreti che ancora si celano tra le antiche pietre, per dare ragione a una storia lunga e ricca di avventura che caratterizzò il maniero dalla sua prima costruzione. Dall’XI al XVII secolo, infatti, diverse sono state le casate che lo hanno posseduto, lasciando tracce che si sono sovrapposte come in un puzzle tridimensionale.

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About Eleonora Davide

IL DIRETTORE RESPONSABILE Giornalista pubblicista, è geologa (è stata assistente universitaria presso la cattedra di Urbanistica alla Federico II di Napoli), abilitata all’insegnamento delle scienze (insegna in istituti statali) e ha molteplici interessi sia in campo culturale (organizza, promuove e presenta eventi e manifestazioni e scrive libri di storia locale), che artistico (è corista in un coro polifonico, suona la chitarra e si è laureata in Discipline storiche della musica presso il Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino). Crede nelle diverse possibilità che offrono i mezzi di comunicazione di massa e che un buon lavoro dia sempre buoni risultati, soprattutto quando si lavora in gruppo. “Trovo entusiasmante il fatto di poter lavorare con persone motivate e capaci, che ora hanno la possibilità di dare colore e sapore alle notizie e di mettere il loro cuore in un’impresa corale come la gestione di un giornale online. Se questa finestra sarà ben utilizzata, il mondo ci apparirà più vicino e scopriremo che, oltre che dalle scelte che faremo ogni giorno, il risultato dipenderà proprio dall’interazione con quel mondo”.